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Dalla piscina alla vita: le 5 lezioni che il nuoto agonistico mi ha insegnato

Aggiornamento: 17 ago

12 anni di sacrifici, gare e allenamenti estenuanti che mi hanno formato non solo come atleta, ma come uomo.


Andrea Bassetta vittoria trofeo baia di grotte
9 Settembre 2000 - II TROFEO BAIA DI GROTTA - 4700m

Il nuoto è stata la mia prima grande scuola di vita.Per oltre 12 anni ho vissuto da atleta agonista, passando più tempo in acqua che fuori. Le sveglie all’alba, i viaggi in giro per l’Italia con mio padre, le gare vinte e quelle perse, la fatica fino alle lacrime… tutto questo mi ha insegnato lezioni che porto ancora con me oggi, in ogni cosa che faccio: come pilota, come coach e come imprenditore.


Non sono solo ricordi sportivi: sono esperienze che hanno costruito la mia mentalità. Oggi voglio raccontarti le 5 lezioni più importanti che mi ha lasciato la piscina.


Mio padre, il mio primo supporter


Mio padre credeva tantissimo in me. Era lui a portarmi sempre agli allenamenti, a guidarmi in giro per l’Italia per farmi gareggiare, a motivarmi quando la fatica sembrava più grande di me. Non mi faceva mai mancare una buona dose di incoraggiamento e fiducia. Sapevo che, qualunque fosse il risultato, per lui contava che avessi dato il massimo. E questo mi spingeva a non mollare mai.



La fatica che ti segna dentro


La fatica non mancava mai. Ricordo gli allenamenti così intensi che la sera mi buttavo a letto sfinito, a volte addirittura senza cena. Mi addormentavo con gli occhi pieni di lacrime dalla stanchezza. Durante gli anni dell’università arrivavo a nuotare circa 18 km al giorno: doppia sessione al mattino da solo con l’allenatore, pomeriggio in palestra e di nuovo in vasca la sera con tutta la squadra. Era durissimo, ma mi ha insegnato cosa significa davvero impegno e sacrificio.


“È durante i momenti difficili che cresci. Non nei giorni facili.” – Michael Phelps

Le sconfitte che diventano benzina


Nonostante la preparazione e i chilometri nuotati, alcune gare non andavano come speravo. In quei momenti lo sconforto era inevitabile, ma durava poco. Appena tornavo in vasca la delusione si trasformava in una nuova spinta. Tornavo più determinato, più concentrato, con ancora più voglia di migliorarmi per la gara successiva. Ogni sconfitta era una lezione, e ogni lezione un passo in avanti.


Non si cresce mai da soli


Il nuoto è uno sport individuale, ma dietro ogni mia bracciata c’erano persone che mi sostenevano. C’erano i miei compagni di squadra, con cui ho condiviso ore interminabili in acqua e fuori; c’era l’allenatore, con la sua guida a volte dura ma sempre giusta; e c’era la mia famiglia, che ha sempre creduto in me. Senza di loro, non avrei resistito a tanti sacrifici. Questa è stata forse la lezione più grande come nel nuoto applico questo nella vita.


Sport, determinazione e perseveranza


Lo sport non allena solo i muscoli: allena la mente. In piscina ho imparato cosa vuol dire perseverare, anche quando sei stanco, anche quando sembra di non avere più energie. La determinazione che nasce dall’attività fisica è la stessa che poi ti accompagna nella vita: nello studio, nel lavoro, nei progetti personali. È la base di ogni successo.


Il regalo più grande che mio padre mi abbia fatto


Oggi non gareggio più, ma tutto ciò che ho imparato in quegli anni mi accompagna ogni giorno. La disciplina, la costanza e la perseveranza che ho costruito in piscina sono le stesse che applico come pilota, come coach e come imprenditore.


Sono grato a mio padre per avermi fatto praticare sport a quei livelli, perché è stata la più grande eredità che potesse lasciarmi: una mentalità che non mi abbandonerà mai.

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